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Le Griffe della Tradizione

Per il termine tradizione ci rifacciamo all’etimologia che lo vede derivare dal latino tradere ossia consegnare, trasmettere oltre il proprio tempo, lasciare in eredità a chi verrà dopo di noi. La tradizione che opera il passaggio di usi, modalità di produzione, riti… Affinché l’identità culturale di un luogo, di una popolazione, diventi segno indelebile delle sue caratteristiche, delle sue conoscenze, della propria, splendida, diversità. Ecco che per noi le «griffe» della Vera tradizione sono tutte quelle realtà che sentono come proprio e indispensabile questo ruolo, lontani da motivazioni dettate da semplice e spesso passeggere «mode»: dall’azienda all’artigiano che si fanno carico di «trasmettere» il loro patrimonio di conoscenze e abilità nel pieno rispetto dell’ambiente in cui operano.

Le aziende agroalimentari

Tante, piccole, medie… A volte in continua lotta per affermare e dare continuità alla propria visione, a volte tese nello sforzo del recupero di un legume, di un vitigno, di un ortaggio abbandonati perché «meno produttivi» di altri, come se le loro caratteristiche organolettiche e nutritive fossero dimensioni del tutto secondarie. Spesso, soprattutto in certe zone, custodi dell’integrità, della salvaguardia ambientale, valori che l’uomo ha per troppo tempo ignorato ma che ora si pongono come necessità fondamentali per dare corpo a quella sostenibilità ormai indispensabile. Vitigni dicevamo, ma anche cultivar olivicole, ne abbiamo oltre 400…, per non parlare dei prodotti trasformati: formaggi, salumi, pane, conserve… In un inno alla diversità fatto di forme, sapori, stagionalità, consistenze… Da sole basterebbero per dire della nostra attrattività

la ristorazione

Strettamente legata alle precedenti realtà, la ristorazione ha per noi il compito di tradurre, d’interpretare, un patrimonio unico al mondo in ricette, in piatti, attingendo sia alla tradizione locale che alla propria creatività: è necessario ricordare come l’identità di un territorio parte della sua produzione agroalimentare, perché la cucina è per definizione il luogo dello scambio, della contaminazione, naturalmente con le terre che la circondano ma anche che con elementi che le arrivano da più lontano… Poco importa la tipologia, anche se locali come le Osterie, le Trattorie, talvolta esprimono con più immediatezza, con minori sovrastrutture, l’identità del luogo che le ospita. In ogni caso sono questi i tratti che cerchiamo per condividerli, identità, rispetto del territorio, voglia di far conoscere una dimensione che cambia di città in città, da borgo a borgo…

L’arte e la dimensione museale

Sufficiente digitare il binomio Arte e Italia per dare vita a un elenco pressoché interminabile: viviamo, ci muoviamo attraverso così tante testimonianze artistiche da dimenticarcene, darle per scontate, così non è quando cambiamo provincia, regione, così non appare a che viene da altri paesi, diversamente toccati da questa ricchezza. Accanto a questa quasi invadente presenza – chiese, palazzi, piazze, resti, rovine – la dimensione museale, i dipinti, le statue, i cimeli, le testimonianze, nella sua accezione più istituzionale, in un vortice mozzafiato di epoche e momenti storici, eppure, un poco nascosti, i nostri musei parlano anche di lavoro, di tradizione, di sport, di meccanica, di automobili che hanno fatto la storia di quel mezzo, di vizi e virtù, di stranezze e fissazioni, ancora di cibo, cucina, olio e vino. Per tutti i gusti, per ogni momento, che si voglia distrarsi o riflettere.

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